Indovinate quale sono io? Ve lo dice il pirla di sotto! Foto By Nadia Pietrobelli
La Grande Bellezza 2
Scusate ma sono stato impegnato un attimo a Cinecibbericus...
Ci sono corse da fare una volta nella vita poi, c’è l’
Ultrabericus, della quale, ho la fidelity card.
Settima edizione e quarta punzonatura per me, l’ha detto
anche il “delirante Rigodanza”, puoi far finta di nulla per mesi, ma la terza
settimana di Marzo ci si ritrova tutti qua, nel salotto bene di Vicenza, Piazza
dei Signori, per la consueta scampagnata di 66km e 2500d+ tra i colli Berici.
1440 iscritti nel tracciato della lunga (twin compresi) ed
altri 400 nel percorso Urban, fatto apposta per far sbavare 400 persone al di
là delle transenne durante la nostra partenza, per ritrovarsene poi altri 200 in
più sulla lunga il prossimo anno, fidatevi, funziona così.
E così, mentre Canistri confonde Beethoven con Carmina Burana, il lungo serpentone si
allunga su corso Palladio, si distende su Campo Marzo e si impenna deciso verso
Monte Berico.
Sono partito calmo, calmissimo, quando “Soea pontara de
santa libera” passo Pad e Tano, mi dicono “Cosa fetto ancora qua?”
gli rispondo con la saggezza di Capitan Andrea Rigo “Parti tranquillo, fai
sempre tempo a spararti gli ultimi 10km a 3:30” e così mentre con Mary e Michele
facciamo una ripetuta di 300m a 3:01-3:02 sulle pietruzze a fianco dei portici,
trovo “Andy chiacchiera Martini” che giuro, sta chiacchierando con un Vigile
Urbano, gli urlo “Basta, Andre, basta, te ghe rotto i cojoni, tasi un fià” e
giù a ridere.
Lunga discesa verso Villa Bedin, tanti amici da sorpassare e
via di corsa fino alla salita di Torri di Arcugnano che precede il primo
ristoro, dove senza fermarmi, sorpasso quelle 60 persone in un sol colpo.
Verso Perarolo mi raggiunge Adriano, mi fa.” Siamo in
andatura 8 ore”? gli rispondo “Adriano, l’ultrabericus l’ho cannata già 3 volte,
ma fidati, se la canno anche oggi, mi taglio i mar…. siamo sulle 8 in
scioltezza, fidati”.
Lunghi su e giù, “caigo leggero”(foschia maledetta)
panorami 0, si può correre e basta, discesone verso il ristoro di Pederiva, un
occhiata al cronometro, 5 minuti di vantaggio rispetto a 2 anni fa, riempio le
borracce e via, ricordo una salita
bastardissima, c’è anche quest’anno, calma e sangue freddo, se non temi la Maistrack,
non puoi temere i Colli Berici.
Prossima fermata ?“San
Donato”, con Adriano si continua il tira e molla, GoPro a tavoletta, passo
Ennio, sbaglio strada con Adriano e il Gps segna oramai 35km, siamo a San
Donato, 10 minuti di vantaggio su 2 anni fa, saluto Remo, Emanuele ed Emme, mi
aggiorna sul bollettino Cobras,” Rigo ha cambiato in 2:50 alla Fra e Francesca
(#laprettoaimondiali”) è passata mezzora fa”, mi cadono gli occhi dalla
sorpresa, gli dico “Sono Animali” e riparto, -30 è fatta.
Scherzo, cazzo!
“Benvenuti all’Ultrabericus” su sta minchia di salita, ci
starebbe di brutto un cartello simile, le salite peggiori sono tutte alle
spalle, d’ora in avanti serve solo la famosa “Resilienza” ho altre 4 fettine di “Macafame” nelle tasche
ma fettine di resilienza, anche no. Sulla discesa prima del penultimo ristoro
mi chiama mia moglie: “Scusa ma fra quanto arrivi?” il mio cervello lo
interpreta come un “qual è la radice quadrata di 23 per 17 alla seconda diviso
0,28?” rispondo un “Ti ho detto otto ore, fai conto che siam partiti alle 10,
scusa ma non sono in grado di parlare al telefono e fare 10+8 mentre corro tra
le pietruzze in discesa “ “ma come le 18? Mi hai sempre detto che saresti
arrivato per le 15:59?” “No amore, quella era la Tdh che ho corso a fine luglio
e bla bla bla…” la tizia che corre davanti a me, si piscia addosso dal ridere,
andiamo oltre.
Raggiungo Christian, oggi ha grippato, verranno tempi
migliori. A 200 m dal ristoro, spezzo il cuore prima a Mina, rifiutando il suo
brodino caldo e poi a Rigodanza (si, si, quel Rigodanza) quello che è giunto a
San Donato in 2 ore e 50, ed ora, dopo aver raccolto trai boschi un Simone Weger oggi in giornata no, ha deciso saggiamente di
finire ugualmente tutta l’ultrabericus, cercando di bere almeno un litro di
birra e mangiando due etti di speck ad ogni ristoro. “Oh, finalmente, oggi, la
corro con te e taglio il traguardo con te” mi fa lui, “Correre la corri tu, e
poi no, lo sai che all’arrivo tengo famiglia e voglio tener nascosto a moglie e figli la nostra relazione no?” …e
Francesco se ne va.
Non so come ma verso Villa Balzana, sorpasso Emanuele e raggiungo
Massimo e Graziano, facciamo qualche km in compagnia fino all’attacco della
discesa verso il lago, “mi fermo un
attimo ad allacciarmi le scarpe” esclamo: Niiiiiiiioooooonnn, i miei compagni sono spariti
nel nulla! Odio questa fottuta discesa, la corro piano, pianissimo, finalmente
arrivo giù, da qui alla fine è semplice semplice, mi dice uno sorpassandomi su
una moto da trial (ma come che caz???).
Breve su e giù, passo un “Bisa” in stato comatoso, piattone tra i campi, cervello spento, viso di
cemento e via. Ultimo ristoro, arrivo in compagnia, siamo io e tutta la mia
stanchezza, calcolo al millilitro di quanta acqua ho bisogno da qui alla fine e
riparto subito, chiamo mia moglie, schematico “#FraUnOraETwentySoInPiassa!!!
Sulla seguente salita, sono talmente perso in conti matematici
da non accorgermi di aver sorpassato la mia compagna Cobras Silvia, e fidatevi,
per sorpassarla e non notarla, una come Silvia, bisogna metterci impegno! Mi scuso
con la Signorina e procedo, poco più avanti raggiungo Manuela, gli chiedo, e
Stefano? Dov’è Stefano (suo marito)? “È la avanti” IO: “ma come, non ti
accompagna? Lei:“Fame na carità, sito matto, el me fa vegner el nervoso, assa
chel vaga” E così, tempo un km e raggiungo pure il marito in fuga,
Stefanoooooooooooo, eccolo qua, da qui alla fine, sarà il mio “involuntary
personal pacer”, raggiungiamo altri runner, si chiacchiera allegramente del più
e del meno, ultima collina, Monte Berico è di nuovo in vista, (60km dopo) campi
piattissimi, mi viene in mente la mia idea iniziale di partire piano per
correrli a 3:30, a volte mi stupisco di
quello che la mia testa riesce a partorire in certi momenti.
“Parco della valletta
del silenzio” ribattezzato “Bio Parco (o era un porco?) della Perdizione” è l’ultimo “ostacolo mentale”
prima dell’ultima morbida salita verso Monte Berico, ma, ma ,ma chi mi ha
riacciuffato? Niente popo di meno che il mitico Adriano che zumpete zumpete mi
affianca e mi fa “Sotto le 8 in scioltezza, salitella, scalette a bomba e
arrivo in compagnia” “Mi è appena bloccato il collo, non mi sterza più a destra”,
gli dico, “vai, vai Adri, avanzami una birra”. Mi ripassa anche un Bisa rigenerato nel corpo
e nello spirito, mi aspetto che mi becchi anche Tommaso oramai, a “ Villa ai
Nani” incontro “Claudio Ultrabericus Team Cunegatti”, mi fa, “oh buongiorno eh”
lo saluto monosillabo, mi fa “Ci stai nel tempo?” rispondo con un “pollice
verso” e via.
Balconata di Via D’Azeglio 17:37, GoPro sulla destra, città e tramonto sulla sinistra, chiacchierata con
Stefano, scalette in discesa e inspiegabilmente corro ancora, 300m all’arrivo,
mi appare mio cugino Corrado, con cane e bimbi al seguito, son qui da non so
quanto ad aspettarmi, cammino, mi grida “Finalmente, bravo, bravo Alvin” e con
tutta la sua sensibilità aggiunge un “Coriiii se no te moeo drio el can” nel
dubbio corro, lo ringrazio per la carica, Ponte San Michele, discesina,
incrocio, cammino “eh, calma, calma, ormai ghe semo, e se magari attraverso
ignorante e mi investono?”
Urla di gente, 50 metri all’ ultima curva, trovo moglie e
figlio, si, solo Ruben perché Anita memore della Tdh in cui è arrivata ultima
nella nostra consueta sfida a 3 in finish line ha pensato bene di partire non
appena mi ha visto scendere dalle Scalette di Monte Berico, “Andiamo Ruben”,
sembra la curva di San Martino al Palio di Siena, cavallo scosso Anita è a metà
rettilineo, Ruben mi da una sportellata ed esce dalla curva con una traiettoria
da space shuttle a 3e10, deve avere le scarpe chiodate, va che falcata, va che
falcata, io ho la scusa della GoPro per
andar piano e fare il video meno mosso possibile, la verità invece è che quando
arrivo in finish line e vedo i miei bimbi corrermi davanti mi si riempie il
cuore, gli occhi e non vedo più un cazzo, potrei inciampare pure su me stesso, ma
per fortuna il gonfiabile laggiù infondo è di un bel rosso vivo e il portale per la Gloria, lo becco al volo.
Ci vorrà il Fotofinish per decretare il vincitore della sfida a tre ma pare che
Ruben con un colpo di reni all’ultimo metro abbia anticipato di un nononulla la
sorella, che sensibile come la madre, 3 metri dopo il traguardo mi guarda e
con gli occhi da cerbiatto mi fa: “Buah, papà, che puzza!” amore del papà.
7:46, avrei firmato
per un 7:59, avevo sparato un “7:45 in caso di giornatone” una settimana prima… Ultrabericus 3, Alvin 1.
#LaPrettoAiMondiali mi ha stampato un 6:37… prima,
strameritatamente prima.
Rigo e l’altra Fra (ncesca Costa) hanno stravinto la Twin,
2/3 di podio è tutto Cobras.
Ed in fine “la Lara”, la mia amica spettacolosa impegnata
nella twin, le avevo giurato che avrei
fatto di tutto per raggiungerla ma 20 minuti, erano davvero tanta roba da
grattar via in 30 km… la scia di Narciso Rodriguez, è ancora la, che fluttua
tra i colli!!!
Un mese a Schio Ultra Jungle, e la si, i panorami vi
stupiranno!!!
God Save "i Summano Cobras"!!!
2 commenti:
Sei sempre il meglio.... :-)
Grande Alvin, me pare de aver fato l'ultrabericus a 7,46 anca mi :-)))
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