C’era una volta l’intervista doppia, solo per oggi verrà
consegnato alla storia il primo ed unico racconto scritto a quattro mani, due tastiere, e corso a quattro
gambe, due cuori e tre ristori in cui sfondarsi di Anguria speck e coca cola in
una gara di Ultratrail sulle Piccole Dolomiti… tutto ciò è stata la NOSTRA “Trans d’Havet 2017” in autonomia fino al Rifugio Scalorbi, in "Armonia" da lì al traguardo di Valdagno.
Vabbè, l'ho lasciato vincere...
C'è un FrancescoRigodanza, che scrive in grassetto, ha grandi ambizioni e va forte nella prima metà e c'è, un Alvin Dotto che in un anonimo “Times New Roman”finge di dover perder tempo per dover andar piano per colpa di una Gopro, dicendo che del tempo finale, a lui, fotte sega (ma dai!?!).
Ore 0:00
Non capisco perché la terza settimana di Luglio, negli
ultimi 5 anni mi ritrovo più o meno saggiamente iscritto a questa gara, si ce
l'ho, quest'anno ho l'UTMB e la TDH sarà praticamente il mio ultimo lungo (altri
5km e sarebbe stato anche l’ultimo della mia vita, ma ancora non lo sapevo). 23:59:59
una Piovene Rocchette gremita come non mai da il là alla nostra avventura. Francesco Rigodanza? No, non ne ho mai sentito parlare.
Capisco perfettamente
perché da inizio luglio la mia mente è proiettata ansiosamente verso questa
gara. La TDH è sia la gara di casa, delle mie montagne, sia la mia bestia nera,
l’obbiettivo che mi sfugge in continuazione. Se ascolto il cuore sono partito 3
giorni fa, da allora non scende sotto i 160 battiti! Solo per oggi sono dotato
di GPS per vedere il tempo, altimetria per sapere dove sono e sismografo per
capire quanto sono agitato. Alvin Dotto?
Ah si quello che scrive sul blog….
Ore 1:30
9 km, Cima Summano e i primi 1000 D+ sono alle spalle col
classico tempo di 1h30m00s in linea perfetta per l’obiettivo finale, ARRIVARE.
Dopo 1h25 sono già al
Colletto. Là davanti sono partiti un po’ a bomba
ma dopo 5 km ho salutato tutti, preso il mio ritmo e sparito solitario nella
notte. Le gambe vanno. Vedi che allenarsi bene forse serve? Obbiettivo finale
10 ore.
Ore 2:00
Primo Ristoro in 2h10 e cavo
fuori dal taschino tutta la mia
esperienza nell’Ultratrail dispensando
consigli anche a chi non me lo chiede
sullo sgasare la coca cola prima di tappare la borraccia . Riempio le borracce
e parto per i 700m più odiosi della Tdh, la carrareccia che porta all’attacco
del sentiero che sale in Novegno.
Dopo 2h18 di umidità
sbuco in busa Novegno. Per la salita ho incontrato una ventina di rospi, spero
di averli evitati tutti o domani delle principesse mi faranno un culo tanto. Mi
guardo avanti: buio pesto. Mi guardo indietro: buio pesto. Sono decisamente
solo. Aiuto!
Ore 3:00
Sfrutto la salita “All’ultima montagna” il Novegno, così la
chiamavano gli austroungarici durante la strafexpedition, per fare della sana
violenza psicologica sul mio amico Adriano, ogni sorpasso nei suoi confronti
sarà scandito da pernacchie e parolacce… la scia delle frontali che risalgono
le creste del Brazome sono poesia per gli occhi.3h50m Ristoro di Busa Novegno,
tanta gioia per la pancia, pausa meritata rifocillamento ON
Entro nel parco
divertimenti “Rione-Alba” dove la discesa a rotta di collo è 10 volte più
adrenalinica del Blu Tornado di Gardaland. La vocina saggia dentro la mia testa
dice di non esagerare e quindi la affronto in modalità “Brucomela”. L’estasi
delle prime ore vacilla di colpo, sento delle belle vesciche nei piedi, il
respiro che si fa difficile e soprattutto la frontale che si sta spegnendo
anzitempo. Con la paura di spegnermi al buio nel bosco horror di Monte Alba
arrivo al 33° km in 3h23. Al ristoro tiro due saluti al santo protettore delle
Petzl e con l’aiuto di Tommy smonto la batteria della frontale, tiro fuori le pile di riserva e… non sono quelle giuste. Meriterei
di essere lasciato lì con la faccia da pirla e tornare all’asilo a fare corsi
di “formine” ma un volontario mi presta la sua per il resto della gara. Santo
subito
Ore 4:00
Sarà l’oscurità, il sonno o la scarsezza atletica a farmi
percepire la discesa verso il colletto di posina ogni anno peggiore? Mistero,
di anno in anno però rimane la certezza di trovare il volontario della
Malghetta a metà discesa con la musica anni 90 a chiodo al nostro passaggio.
Monte Alba invece, devono averlo piallato un attimo, mi pare meno scazzoso
delle scorse edizioni o queste dolcissime caramelle Haribo al limone e Zenzero
che mi ha consigliato il mio dentista di fiducia, non contengono solo carie liquide ma anche qualche droga miracolosa “The
Alba Witch Project”. Nel 2018 voglio vedere gente vestita da Zombie sbucare dagli alberi ed inseguire i runners brandendo una mannai al grido “Trans d’havet, Trans d’havet"
Ci sono le gallerie.
Una delle poche certezze della vita. Da fare entro un’ora. Aspettavo solo il
cancelletto per aprire il gas. E invece non respiro. Rallento. Non basta. La
prima, la seconda..la decima. Mi passa Hans. Sta andando il doppio. Non posso
neanche tentare di stargli dietro. Arrivo alla 17° e mi rannicchio a tossire
perché non ce la faccio più. In un attimo tutti i miei sogni di TDH si sono
spenti. Mi è sembrato di essere rimasto in quella posizione per giorni.
Ore 5:00
Colle Xomo, buio, molto buio, sto benone, la costola
incrinata nel tuffo a pesce di domenica scorsa fa male solo se corro gobbo in
discesa (si, si può fare, credetemi) e se nuoto (anche a a cagnolino) nei
giorni dispari ma oggi è sabato 22 e quindi... mangio tutte le sacre pietanze
offerteci al ristoro, ci aspettano 900d+ corribili solo per Rigodanza e pochi
altri eletti ,unico mio pensiero da qui sarà la minestra di Pian delle Fugazze.(Rigo
chi?).
Nel mezzo del momento
più nero della mia gara arrivo al Rifugio Papa e vengo accolto da due loschi
individui. Ho paura siano trafficanti di organi invece è molto peggio: sono
miei amici. Solo io posso avere due amici, Marco e Daniele, che di loro
spontanea volontà vengono nel cuore della notte nel punto più buio, freddo e
irraggiungibile della gara solo per salutarmi e offrirmi una tazza di the
caldo. Non me li merito!
Io e qualche altro accogliamo concatenando eresie la
modifica al percorso che da colle xomo porta all’entrata che un architetto
pazzo avrebbe voluto rendere “Monumentale” del sentiero delle gallerie, l’unica
nota positiva è che piove (governo ladro) e tira vento ma io sono nel bosco
riparato a serpeggiare trai i faggi verso bocchetta Campiglia prendendo per il
culo il mio amico Adrianooooooooooooooo!!!!
Ore 6:00
Pian delle Fugazze.
Mi fermo o non mi fermo? Mamma è sempre motivazionale è mi dice candidamente
“Dai che se vuoi ti porto a casa in macchina”. Eh no cacchio, se devo tornare
almeno l’onta del pulmino della vergogna! Aspetto, mangio il brodino, passa la
Pretto, la incito con un candido “Ciò, mi vo in letto, buona fortuna e vinci!”
e mi appisolo sperando che il tempo sistemi i miei bronchi… Magari riparto con
il babbo.
Ore 6:50
Guardo l’orologio, 1h25m per fare le gallerie, giustificano
il fatto che Mary alla 24esima galleria mi abbia sorpassato saltellando su di
una gamba tirandomi una pernacchia accoltellando alle spalle tutto il mio
orgoglio maschilista facendo si che mi ammazzassi per risorpassarla, giungere
al Rifugio Papa in tempo e con un polmone solo, avvertire i tre cobras presenti
che Mary oggi è in bombissima, suda veleno, ed è a caccia di donne da cingolare
sotto i suoi passi, saluto i Cobras e fuggo in discesa verso Pian delle Fugazze
incalzato dalla tatuata donzella, sorpassando anche quel veterinario cantante
scarso di Marco Masiero.
Ore 7:00
Mi sveglio al ritmo
di 6sbadigli/km. Ecco la Mary.. che cosa ci fa già qua? Ecco Alvin.. che mi
guarda dicendo “che cazzo ci fai ancora qua?” e poi arriva papà. “dai che
partiamo insieme!” “Sono caduto e ho male al ginocchio. Mi ritiro!”
“Machecazz!” Va beh parto io che almeno un Rigodanza arrivi in fondo e tenga
alto il buon nome della famiglia. Siccome pirla non sono mi aggancio con quello
che mi rimane alla Mary per farmi portare
a Campogrosso tuttavia devo desistere perché è mossa da un motore troppo forte:
l’odio femminile.
Ore 7.30
Pian delle Fugazze, Stefano mi mostra una foto di Rigo alle
6, gli chiedo “Ma stava bene? Che cazzo di cera ha?” mah non so, mica l’ho
visto dal vivo, mi dice. Io invece, ho appena passato suo padre in discesa
malconcio dopo una caduta sulle creste, mi sbaffo due piattoni di minestra,
crostata, cocacola, e frutta secca, mi volto a destra ed ho una paresi facciale
tipo “Uno che pensava che Rigodanza fosse ormai al Fraccaroli ma porca troia,
quello che vedono i miei occhi è un Rigodanza dopo una ravanata di schiaffi
abbandonato in un fosso alle 5 di mattina”. Riparto con la Fede, Rigo e Mary ma
50m dopo me ne torno indietro a riprendere i bastoncini lasciati al ristoro, e
visto che prendendolo da qua, mi pare un altro ristoro temendo pure una
terribile carestia da qui allo Scalorbi, colgo l’occasione per infilarmi
un’altra fetta di crostata nel gozzo, e ripartire, imboccando il sentiero di
selletta Nordovest dove Mary e Rigo oramai hanno già preso un vantaggio
incolmabile, trovo Roby PTL Peron,
intenta a fotografare uno che dorme disteso in un letto di foglie,
colpito da un sonno fulminante, le chiedo “Roby, ok ok, ma siamo sicuri non sia
morto davvero?” il cadavere sorride, via libera verso Campogrosso.
L'allegria
Ore 9:00
Sono di nuovo solo.
Prendo Bocchetta Fondi a velocità “pensionata all’IKEA” e me la godo tutta
camminando e girandomi spesso a guardare le vette. Poi una volta sbucato in
cima i polmoni mi rimandano in direzione “lampioni in tangenziale”. In questo
ultimo tratto verso il Fraccaroli la frase migliore che mi uscirò sarà “Che
sport di merda che ho scelto. Da domani vado a drogarmi al parchetto come
tutti”. Senza rimorso
Ore 9:30
Prendo il Taxi “Graziano Martini” in direzione “Boale dei
Fondi”, passi misurati, chiacchiere, caramelle, GoPro, una Federica Menti da
offendere ogni tanto, all’attacco della salita vera, una nuvola vela il cielo,
e ci spara aria fresca a 12 gradi in faccia, mai fatto il Boale dei fondi con
l’aria condizionata accesa e chiacchierando così allegramente, alle 10, siamo
in bocchetta, ho una fame fotonica, mi guardo intorno, Graz mi chiede di
andare, gli rispondo “Appena mi ricordo come mi chiamo riparto” una voce di un
volontario dalle retrovie esclama “Ti chiami Alvin Dotto, vai vai” Ma porca
putt… non esiste più la privacy?
Ore 10:30
Cima Carega
raggiunta. Mi fermo lì e mi gusto la birra portata da Carlo. Ho detto “ti amo”
varie volte.
Raggiungo il ristoro idrico del Fraccaroli sotto lo sguardo
tecnico di una Monica che mi dice “dai bravo Alvin, ti vedo in spinta” non vedo
birra al ristoro, non gliela vedo nemmeno in mano, non capisco, deve essere la
stanchezza. Riparto 30 minuti e sarò allo scalorbi non prima di aver chiamato i
carabinieri per esser stato passato da Luca Miori e Mirko Cocco in discesa ad
una velocità sconsiderata, ma chi è sto qua che va piano in discesa con zaino
salomon e maglietta di Spirito trail, o cazz
inciampo, rca mado….
Ore 11:00
Avevo detto allo zio
che sarai passato allo Scalorbi verso le 7.30. Forse sono un po’ in ritardo ma
deve aver visto già abbastanza birre. Arrivo al rifugio proprio mentre uno
dietro di me cerca di farsi del male fisico saltando un gradino. è Alvin.
Mentre consumiamo il nostro lauto pranzo del sabato si inizia a creare
tacitamente l’idea di andare avanti insieme. Intanto ci viene chiesto se
abbiamo visto un tacchino e in caso di portarlo indietro. a) non l’ho visto b)
non vedo come potrei rincorrerlo c) col cavolo che poi torno indietro!
Orco boia, a momenti mi ammazzo, ristoro rifugio Scalorbi: “Cesco
ce li mangiamo due piatti di brodo tre pomodori, due fette di crostata, un
litro di Sali, una coca e tre fichi secchi per ammutolire il nostro leggero
languorino?” Durante il banchetto ritiro il premio LUMEN per esser stato
l’unico concorrente ad arrivare fino a lì con ancora la frontale in testa, un Rigo
arrogante aggiunge anche “ Perché non ti togli anche quel cazzo di antivento e
getti tra le ortiche quei bastoncini?” bah, questi GGGiovani senza ripetto per
gli anziani… Rigo ma lo sai che tu mentre imparavi a camminare io impennavo in
cortile col Ciao???
#FoodPorn al Rifugio Scalorbi
Ore 12:00
Si sta troppo bene
quassù. Arietta fresca. Temiamo seriamente che la gara venga annullata per
eccesso di condizioni ottimali. Ogni atleta della corta è guardato con odio,
loro e il loro passo agile, i veri uomini vanno sul Monte Alba e ne portano
fieri la corsa strascicata. Chiediamo informazioni sulla nostra TopRunner
Cobras per scoprire che è passata di qua più di due ore fa. Paura!
Rigo mi chiede: Anche oggi hai i figli che ti aspettano al
traguardo e mi fanculi all’arrivo per arrivare con i tuoi pargoli mano nella mano
come nella pubblicità del Mulino Bianco? “No Cesco, oggi, no” Gli si illuminano
gli occhi, oggi sarò il suo pupazzo podistico, a cui tirare il collo a
piacimento da qui a Valdagno. Temo per la mia stessa vita #VoglioMiaMamma.
Ore 13:00
Causa Birre, Speck e
Salame al Cioccolato di Mina mi sono ripreso. Sono tornato a respirare.
Incredibile. Dicono che per correre serve. Anche il mio socio Alvin sembra
essere rinato un poco anche se la faccia non è così convinta. Ma lo faccio
pensare a dei culi e così va avanti!
Salame al cioccolato dolce e un pò salatoooo
Rigo è bravo, ci sa fare con gli asini, agli asini mostri
una carota e ti seguono in capo al mondo, a me parla di culi di persone
conosciute ed io lo seguirei in capo al mondo. A volte cammino, Rigo esclama
“Culo” e io parto di corsa, oramai è matematica applicata all’ultratrail.
Alle 13 e non so quanto, mi ritrovo a correre addirittura in
salita, ripenso al fato che stranamente non avrrò i figli all’arrivo, non ci
sarà nemmeno mia moglie e allora capisco tutto è una fottuta imboscata, mia
moglie e Rigo si sono messi d’accordo per uccidermi in gara ed incassare il
premio dell’assicurazione sulla vita… MALEDETTI, ho capito tutto, provo a
salvarmi con un “ Cesco, se non trovo anguria al prossimo ristoro di Malga
Davanti, me la cammino fino a Valdagno”… pensando, “Ma figurati, anguria, in un
ristoro a 1600m impossibile”.
Ore 14:00
“Pasito, pasito”
siamo inarrestabili e si corre quasi ovunque. Ormai basta che uno dica
all’altro la frase “Dai, vai” e si corre. Potrei usare questa tecnica in
Maistrack. Siamo composti al 95% di anguria. Alvin mi informa che il suo record
qui è 14h45. Potremmo quasi farcela, anche sei il Lek tenta di distrarci per
vendicarsi di quei 3 secondi a Cortina
Mai trovata tanta anguria così in alto e così buona in un
ristoro di un Ultra, “Minchia, mi tocca correre”, lancio la sfida a Rigo a chi
ne mangia di più sperando di indurgli una colica per rallentarlo un attimo, ne
mangio 11 pezzi, Rigo 12, ha un buco nero al posto dello stomaco, parlo coi
rutti, vado a fare pipì più avanti, nulla sarà più come prima.
Ore 14:37
Per tutta la discesa Alvin si è lamentato che aveva le gambe finite
e più lo diceva più accelerava. Ormai la simbiosi è perfetta e appena mi
allontano di 2 metri soffro di solitudine. Cerchiamo di ricordarci tutti gli
strappetti bastardi al grido “da qua spiana”. Alla fontana azzurra è gioia e
tripudio perché ormai è fatta. Ad un km dalla fine Alvin cerca di farsi del
male sull’ultimo metro disponibile di sterrato, va tutto bene, ero già pronto
ad inveire con calci il corpo inerme.
Chiedo a Rigo se scendendo abbia sbalisato il percorso,
perché dall’ultimo ristoro, non ci ha più sorpassato nessuno, non capisco
nemmeno dove mi abbia fatto prendere la seggiovia per arrivare così velocemente
alla fontana dei 2,5km all’arrivo, litigo anche con una Bambina di 9 anni con
una bandierina in mano che mi dice “Dai 3km e siete a Valdagno” me ne esco con
un Pediatrico “Eh no cazzo, non ho fatto 79km per sentirmi dire “dai 3 km e
siete a Valdagno, quando ne mancano esattamente 2,5” Rigo mi prende per il
coppino e mi dice che siamo a rischio PB, chiedo che mi lobotomizzi li, ora. Lo
aggiorno ad ogni 50d- poi arriva l’ultimo discesone in erba, inciampo su di un
sasso che sbuca di 3mm dal suolo, nella fase aerea ho il tempo per un Ave Maria
e un Padre Nostro (Rigo confermi che fosse un AVE O MARIA?) e sento forte la
“mano de Dios” che mi rimette in assetto Verticale.
Ultimi 100 metri
E si
va. Raggiungiamo un atleta della corta. “Lo bruciamo?”. Non aspettavo altro! e
via ridendo come un pirla per questi ultimi metri. La mia gara, la mia
maledizione, le mie montagne, i sogni infranti sul Pasubio, i compagni di
squadra, gli amici venuti a tifare apposta a orari idioti, le lacrime in
galleria, la tosse sul Carega, i sospiri verso il Cornetto, le risate con i
compagni di viaggio, le birre catalitiche, lo scatto con Alvin.
Cazzo ho finito la
mia prima Transdhavet!
Adesso mi ritiro.
Ultimo km
Dico a Rigo che in onore dei vecchi tempi e delle edizioni
andate, almeno un 20 m li vorrei camminare nell’ultimo km, l’ho sempre fatto,
mi ha sempre portato bene, mi minaccia di morte, lo ringrazio per avermi
aspettato e avermi fatto fare un Pb con la metà dei D+ corsi in allenamento
rispetto allo scorso anno.
Coni a terra, curva a destra, curva a sinistra, un
pover’uomo della corta ci appare a 120m dall’arrivo, sarà l’agnello
sacrificale, pagherà lui tutti i sorpassi subiti con andatura frizzante tutti i sorpassi subiti sulle
salitelle delle tre croci. Gli dico “Rigo seo magnemo” lancio i bastoncini ad
Ale, 100m a cannone e un sacco da
ridere… Dopo 27km vedo finalmente un bel sorriso sul volto di Cesco, non se
l’aspettava di sicuro così l’arrivo di Valdagno, 4 ore e 40 dopo il previsto
poi, ma due risate 4 rutti e una bella scampagnata di 27km in compagnia
nell’edizione meteorologicamente migliore di sempre della TDH a me sono davvero volati. Nel 2018
però, rivoglio i bimbi all’arrivo e vedere Rigo ubriaco, mentre mi aspetta da
almeno 4 ore al tavolo con i Summano Cobras.
IL RIASSUNTO PERFETTO