Oggi ci stava una bella SchioUltraJunglata con Christian,
alle 6:44 dalla Fabbrica Alta di Schio, prendiamo di bozzo buono i primi 2km
che ci accompagneranno verso il primo brevissimo single track di giornata, fino
alla croce nel punto di arrivo della famosa Via Crucis di Poleo, breve discesa
tra il ghiaino e i fedeli (ancora a letto) e curva in derapata per
intraprendere la lunga salita ombreggiata nel bosco dove a 5km dal via c’è il bivio
tra Ultra e il City, Formalaita, Ultra a
Sx, City a Dx, impossibile sbagliare il giorno gara, è previsto l’impiego di un
tiratore scelto (Carlo) posto sul tetto dell’ultima casa a sx, incaricato di
“cecchinare” chi della corta, proverà a migrare sulla lunga, tranquilli, è un
eutanasia anticipata per uno abituato alla corta, inoltrarsi sulla lunga,
sarebbe un lungo e lento suicidio. Grazie Carlo. Spiego a Christian, scopa
della lunga, che fino a lì, non sbaliseranno nulla, pena, perdere tutti quelli
della corta nei bivi precedenti!!!
Il sentiero da lì prosegue con su e giù sempre corribili alle
pendici di Mote Faedo e Monte Guizza versò contrà “Marsili” senza mai
raggiungerla, perché dal Coston del Varo, il sentiero scende deciso bordeggiando le ridenti acque del neonato
torrente Gogna, 1km prima di risalire ed arrivare all’11esimo km a contrà
Corobolli, sede del primo ristoro dello Schio Ultra Jungle. Con Christian,
riempiamo le borracce e ci mangiamo una barretta, un largo sentiero ci
accompagna alle faldei del Monte Enna, prima impegnativa salita di questa ultra.
Ci aspettano 500 D+ in 3km su un impegnativo sentiero che dopo aver
intercettato il sentiero delle Rogazioni, corre in falsopiano passando per la
panoramica croce dell’ Enna, con una magnifica vista sulla sottostante Val Leogra
che spazia dal Pasubio a Cima Marana passando per il Gruppo del Carega ed il
Sengio Alto, poesia per gli occhi da un punto di vista inedito.
Foto del 27 Dicembre
Un km e si
giunge nel paradisiaco Osservatorio del Monte stesso, la vista è completamente
diversa da quella precedente, il Novegno al di là della vallata si erge
maestoso di fronte a noi, roba da secchezza oculare da quanto c’è da
strabuzzare gli occhi, si scorge tutta la salita che tra pochi km andremo ad
intraprendere per conquistare quello che l’impero Austroungarico ha da sempre
soprannominato “L’ultimo Monte” da superare ad ogni costo, prima di dilagare
nella sottostante pianura Vicentina “Il Monte Novegno”.
Foto del 27 Dicembre
Passaggio tecnico in cresta, Jungle Puro, 500m e siamo al
Forte, doveva essere un anello fondamentale della difesa italiana dello
sbarramento Agno Assa per proteggere la Val Leogra dall’
eventuale scavallamento (mai avvenuto)
di Pian delle Fugazze da parte Austroungarica. L’imponente costruzione si rese
tristemente famosa invece durante la
battaglia d’arresto del Giugno 1916 per aver bombardato le linee italiane già battute dal fuoco nemico nelle trincee di
Monte Giove, tragico epilogo che causò il disarmo e il parziale smantellamento
del forte stesso. Con Christian seguiamo il percorso di gara, frontale in testa
e dopo averlo assicurato e sbagliato per 4 volte sulla corretta entrata e relarivo giro tra
i corridoi del Forte, riusciamo nell’impresa.
Si, si Christian è di quà fidati
Discesa tra i faggi, un paio di
km veloci e siamo pronti a risalire nell’erta che ci porterà al monumento di
Vallortigara, non prima di aver zigzagato tra le caratteristiche 8 case dell’
omonima contrà.
Giungiamo al Monumento dove il 30 aprile verrà allestito
ristoro e il cambio per le staffette, ci aspettano 17 km e 1500m d+ prima del
prossimo punto idrico, ci sarà l’obbligo di partire con un litro d’acqua e il
caldo consiglio di portare con se una banana… d’altra parte, è o non è un
Jungle? Se no che avventura sarebbe?
Mangiamo, beviamo e
facciamo il pieno alle borracce, la prossima salita è di quelle che fanno selezione come all’entrata delle
discoteche a metà anni 90, se non mangiate e bevete nulla a Vallortigara, su, a
Forte Rione, arriverete strisciando sui gomiti. Salitona, mi procuro un
bellissimo paio di bei bastoni di “pesso” (Abete Rosso) adesso c'è da spingere, Punto!
Fortuna vuole che tutta questa impegnativa salita di 4km
dagli 880m di Vallortigara ai 1592 della “selletta del dubbio”, che vedremo più
avanti, sia inframezzata da due, tre, splendidi punti panoramici sui quali
rifiatare ed ammirare l’orizzonte, una su tutte i 1300 panoramici m di Malga
Rocchetta, luogo nel quale sarebbe da piazzare uno sdraio e stare li ore ad
ammirare pianura e montagne con una birretta in mano.
Foto del 27 Dicembre
Saliamo tranquilli, giunti alla “selletta del
dubbio” a quota 1592m dirimiamo velocemente il dubbio, visto panorama e
vicinanza (200m) una puntatina su Monte Calliano 1640m la facciamo di sicuro, il
giorno gara, a tutti coloro che
mostreranno un selfie con pettorale e croce dal Calliano, una birra al banco,vi verrà offerta dai Summano Cobras.
Calliano'sView
Un km e siamo su quello che è già stato
nominato dai Cobras come il “Terrazzo dell’estate Due Zero Uno Sette”. Un Rifugio
stagionale sapientemente gestito dall’Associazione 4 Novembre, con Vista a 360 gradi su tutto, il 30 aprile portatevi del buon collirio per gli occhi, vi si seccheranno spesso se vi dimenticate di batterli.
4 chiacchiere con il gestore Maurizio che ci promette un
piatto di pasta per l’indomani, quando andremo a ripristinare l’agibilità e
ripulire da 100 anni di abbandono la Trincea di raccordo del Vaccaresse, ripartiamo,
ci attendono 2 km in discesa, uno dei
quali in una trincea della prima guerra
mondiale impeccabilmente restaurata che trafora in più punti una montagna a
sbalzo sulla vallata sottostante, ancora frontale in testa, ancora tanta roba.
Al termine della trincea il percorso gara devia 40 m prima di un altro
osservatorio ridiscendendo serpeggiando la
succitata trincea di raccordo lunga 500m con 100 d- fino alla carrareccia
che una volta risalita, svoltando a sinistra porterà gli atleti a Passo Campedello.
Io e Christian dobbiamo andare a recuperare i figli all’asilo, così optiamo per
tagliare a malincuore l’altra panoramica zona fortificata di Cima Alta zigzagando
tra i prati disseminati di crochi bianchi e viola fino alla croce di Cima Novegno dove un
gigantesco nuvolone ci copre tutta la vista sulla pianura ai nostri piedi.
27 Dicembre, dalla croce del Novegno
Non
ci resta che ridiscendere il crinale che dopo 400d- si tuffa nel bosco prima di
atterrare al 36esimo km del Cerbaro (penultimo ristoro), - 11 all’arrivo, un
paio di km e andiamo ad intercettare in contrà Cerbaro il percorso del City
Jungle, che non lasceremo più fino a
Fabbrica Alta, prossima sede del più apocalittico e delirante Terzo tempo della
storia dell’Ultratrail, non ci credete? Il 30 Aprile sarà uno spettacolo,
fidatevi!
1 commento:
Grande Alvin, poesia per me, mi prometto di andarci sul Caliano.
Ciao
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