Quello dell' immagine? No, non è ne un Chip cardiosatellitare di ultima genarazione ne l'ultimo ritrovato Garmin in tema di GPS da polso e tantomeno l'ultimo nato di casa Polar per il controllo della frequenza cardiaca, che cos'è questo "cimelio"? se avete la curiosità e la pazienza di leggere qualche altra riga di questo racconto, lo capirete, assieme alla motivazione che mi ha spinto un tranquillo giorno di Marzo del 2005, in compagnia del mio immenso amico, nonchè testimone di nozze, nonchè collega di lavoro Matteo, ad imbarcarmi in quella fantastica e appassionante avventura della Maratona.
Entrambi venivamo da 4 disatrose ma divertentissime stagioni calcistiche tra le fila dell'Atletico San Matteo, formazione nata da un gruppo di temerari amici che si ritrovava al campo della chiesa il sabato pomeriggio a dare calci al pallone e che, quasi per scherzo, decise di iscriversi ad un campionato provinciale di CSI; tante sconfitte, pochi punti ma un gruppo affiatatissimo che in occasione delle cene sociali, sapeva estrapolare il meglio di se, ma questa, è un 'altra storia...
Dunque, la motivazione: Beh, da fedeli ascoltatori di Radio Deejay, ci capitava spesso il venerdì mattina alle 11:30 di incappare nei romanzeschi e intriganti racconti di Aldo Calandro Rock inerenti l'inebriante mondo della Maratona e degli Ironman, alla radio, decisero di preparare la maratona più famosa e probabilmente più bella del mondo, New York, noi, con il conto in banca prosciugato dai nostri rispettivi e imminenti matrimoni alle porte, decidemmo di raccogliere a nostro modo la sfida iscrivendoci alla bellissima Venice Marathon...
E' un tranquillo pomeriggio di Marzo, l'aria è frizzantina, sono appena tornato a casa dal lavoro e spedisco il seguente sms a Matteo: Uomo is this a good evening for begin our incredible Venice Marathon Adventure?
Mezzora dopo, ci trovavamo nel luogo che avrebbe fatto da punto di partenza per i futuri martedì e giovedì dei prossimi 6 mesi di allenamento: No, se pensate che sia un luogo affascinante tipo,Prato della Valle o il Parco del Pincio, siete fuori rotta, il luogo designato era il passaggio a livello di Cavazzale, ridente località dell' Hinterland Vicentino (HE HE HE HE), e con che cosa potevamo cronometrare le nostre uscite se non con il cronometro della foto? un vecchio orologio Fossil, senza cinturino (e che quindi mi tenevo in mano) con la possibilità di inserire dei count down ripetitivi, ottimo per i nostri prossimi allenamenti, peccato che il cinturino fosse introvabile... che scassato; Ricordo ancora l'abbigliamento delle prime settimane di allenamento: maglia e pantaloncini in tessuto, dopo un km nuotavo già nel sudore e che dire delle scarpe? Se Abebe Bikyla vinse la Maratona Olimpica di Roma 1960 scalzo, un bel paio di Reebock da 36 euro acquistate in saldo da Pittarello, per me sarebbero state come un paio di Asics su misura per Baldini.... in fondo, non avevo soldi da investire in questa "strampalata" impresa, i primi mesi dovevano servire di prova per capire se:
1 Avevamo la costanza
2 Eravamo all'altezza dell'impegno
3 Eravamo veramente convinti di portarla a termine.
Le risposte arrivarono strada facendo, la 3a sopra a tutte, non sapevamo se saremmo stati veramente in grado di arrivare di corsa fino in fondo ma di una cosa non ho mai avuto il benchè minimo dubbio: Se fossi stato in grado anche solo di camminare quel 23 ottobre, la mia personale sfida quel giorno, sarebbe finita o sotto la scritta Finish, o sotto la scritta Hospital, in troppi ci dicevano "Tse! 42 km...son proprio curioso di vedere se arrivate in fondo"
Noi avevamo il Tridente e chi sente Aldo sa cosa significa!
Qualche settimana dopo, scorgo tra gli scaffali di una libreria il libro di Jeff Galloway: Come allenarsi e tagliare il traguardo di una maratona, un libro ben scritto e pieno di consigli e tabelle per ogni obbiettivo, il nostro era arrivare a Riva dei sette Martiri senza farla diventare Riva degli otto o nove martiri, il metodo Galloway sembrava calzarci a pennelo: Gli intervalli al passo!
Dopo un mese di allenamento, volavamo (o almeno ci sembrava)...mai un mal di gambe, sempre motivati... ottimo! Il primo Km esatto, misurato e cronometrato lo percorremmo in 6 minuti secchi, che spettacolo... e che dire delle domeniche collinari sui monti di Monteviale a distruggerci e far gambe sugli impervi saliscendi di via Rampa? che ricordi che fatica... senza cardio, senza GPS, su e giù sempre a cannone in attesa del prossimo intervallo al passo, che corse, bastava aria nei polmoni, acqua nello stomaco, strada da calpestare sotto i nostri piedi e il mitico crono della foto... l'unica nostra preoccupazione era....il crono è già vecchiotto di suo, ci porterà fino a Venezia? o finiranno le pile prima?
Il 23 Ottobre 2005, il suddetto oggetto, tra le mie sudaticce mani, cronometrò fino al traguardo le inarrestabili gesta mie e di Matteo!
Da quell'indimenticabile giorno, siamo entrati a far parte di quel 1% di popolazione mondiale che può "vantarsi" di avere una medaglia da Finisher in una Maratona...
.... oggi non ci siamo ancora fermati....
Il riposo? Oggi no, andiamo a rincorrere i nostri sogni... c'è ancora molta strada da macinare per arrivarci anche solo vicino... continuiamo a correre, continuiamo a sognare...
Se volete sapere come andò quel fantastico 23 ottobre 2005 rileggetevi la storia cliccando qui Venice Marathon 2005.
Entrambi venivamo da 4 disatrose ma divertentissime stagioni calcistiche tra le fila dell'Atletico San Matteo, formazione nata da un gruppo di temerari amici che si ritrovava al campo della chiesa il sabato pomeriggio a dare calci al pallone e che, quasi per scherzo, decise di iscriversi ad un campionato provinciale di CSI; tante sconfitte, pochi punti ma un gruppo affiatatissimo che in occasione delle cene sociali, sapeva estrapolare il meglio di se, ma questa, è un 'altra storia...
Dunque, la motivazione: Beh, da fedeli ascoltatori di Radio Deejay, ci capitava spesso il venerdì mattina alle 11:30 di incappare nei romanzeschi e intriganti racconti di Aldo Calandro Rock inerenti l'inebriante mondo della Maratona e degli Ironman, alla radio, decisero di preparare la maratona più famosa e probabilmente più bella del mondo, New York, noi, con il conto in banca prosciugato dai nostri rispettivi e imminenti matrimoni alle porte, decidemmo di raccogliere a nostro modo la sfida iscrivendoci alla bellissima Venice Marathon...
E' un tranquillo pomeriggio di Marzo, l'aria è frizzantina, sono appena tornato a casa dal lavoro e spedisco il seguente sms a Matteo: Uomo is this a good evening for begin our incredible Venice Marathon Adventure?
Mezzora dopo, ci trovavamo nel luogo che avrebbe fatto da punto di partenza per i futuri martedì e giovedì dei prossimi 6 mesi di allenamento: No, se pensate che sia un luogo affascinante tipo,Prato della Valle o il Parco del Pincio, siete fuori rotta, il luogo designato era il passaggio a livello di Cavazzale, ridente località dell' Hinterland Vicentino (HE HE HE HE), e con che cosa potevamo cronometrare le nostre uscite se non con il cronometro della foto? un vecchio orologio Fossil, senza cinturino (e che quindi mi tenevo in mano) con la possibilità di inserire dei count down ripetitivi, ottimo per i nostri prossimi allenamenti, peccato che il cinturino fosse introvabile... che scassato; Ricordo ancora l'abbigliamento delle prime settimane di allenamento: maglia e pantaloncini in tessuto, dopo un km nuotavo già nel sudore e che dire delle scarpe? Se Abebe Bikyla vinse la Maratona Olimpica di Roma 1960 scalzo, un bel paio di Reebock da 36 euro acquistate in saldo da Pittarello, per me sarebbero state come un paio di Asics su misura per Baldini.... in fondo, non avevo soldi da investire in questa "strampalata" impresa, i primi mesi dovevano servire di prova per capire se:
1 Avevamo la costanza
2 Eravamo all'altezza dell'impegno
3 Eravamo veramente convinti di portarla a termine.
Le risposte arrivarono strada facendo, la 3a sopra a tutte, non sapevamo se saremmo stati veramente in grado di arrivare di corsa fino in fondo ma di una cosa non ho mai avuto il benchè minimo dubbio: Se fossi stato in grado anche solo di camminare quel 23 ottobre, la mia personale sfida quel giorno, sarebbe finita o sotto la scritta Finish, o sotto la scritta Hospital, in troppi ci dicevano "Tse! 42 km...son proprio curioso di vedere se arrivate in fondo"
Noi avevamo il Tridente e chi sente Aldo sa cosa significa!
Qualche settimana dopo, scorgo tra gli scaffali di una libreria il libro di Jeff Galloway: Come allenarsi e tagliare il traguardo di una maratona, un libro ben scritto e pieno di consigli e tabelle per ogni obbiettivo, il nostro era arrivare a Riva dei sette Martiri senza farla diventare Riva degli otto o nove martiri, il metodo Galloway sembrava calzarci a pennelo: Gli intervalli al passo!
Dopo un mese di allenamento, volavamo (o almeno ci sembrava)...mai un mal di gambe, sempre motivati... ottimo! Il primo Km esatto, misurato e cronometrato lo percorremmo in 6 minuti secchi, che spettacolo... e che dire delle domeniche collinari sui monti di Monteviale a distruggerci e far gambe sugli impervi saliscendi di via Rampa? che ricordi che fatica... senza cardio, senza GPS, su e giù sempre a cannone in attesa del prossimo intervallo al passo, che corse, bastava aria nei polmoni, acqua nello stomaco, strada da calpestare sotto i nostri piedi e il mitico crono della foto... l'unica nostra preoccupazione era....il crono è già vecchiotto di suo, ci porterà fino a Venezia? o finiranno le pile prima?
Il 23 Ottobre 2005, il suddetto oggetto, tra le mie sudaticce mani, cronometrò fino al traguardo le inarrestabili gesta mie e di Matteo!
Da quell'indimenticabile giorno, siamo entrati a far parte di quel 1% di popolazione mondiale che può "vantarsi" di avere una medaglia da Finisher in una Maratona...
.... oggi non ci siamo ancora fermati....
Il riposo? Oggi no, andiamo a rincorrere i nostri sogni... c'è ancora molta strada da macinare per arrivarci anche solo vicino... continuiamo a correre, continuiamo a sognare...
Se volete sapere come andò quel fantastico 23 ottobre 2005 rileggetevi la storia cliccando qui Venice Marathon 2005.
11 commenti:
sono questi i racconti che mi piace leggere..che bello. Mi sembrava di esse là con voi, ho seguito la vostra stessa strada, in solitaria qualche mese dopo. L'orologio che avevo io era tipo quelli che si trovavano nel Dash..dopo qualche corsa era già praticamente annegato nel sudore, per leggere il tempo dovevo guardarlo in controluce.. mica ora che viaggiamo con il garmin!!
Mathias, e te che ne avresti pure uno per braccio adesso!!!
Ma che BELLISSIMO post!!! Bravo!!! Mi ci ritrovo parecchio (anch'io la decisione l'ho presa assieme ad un mio collega) e mi sono goduto la lettura!!!
Complementi!
Solo una cosa PELLE D'OCA!!!!
Si ma non il locale dove in quel periodo passavamo le serate con il resto degli Amici.
A parte tutto non pensavo fossi così profondo e poetico a scrivere.Qua si vede tutto il primo anno di liceo eh.....
E' tutto vero....CHE MATTI....
....CHE SPETTACOLO....
E l'avventura continua!
Ciao uomo!
Dovrei dirti 2005 frega un ca..., invece è bello e l'ho letto volentieri.
Similitudini: pure io ho giocato a calcio, qualche partita in prima e molte in seconda categoria. Prima maratona Venezia 96 e reggiti forte 4h e 16. Se vai a vedere sul sito(ammesso ci sia) danno 4h e 17, ma non c'era il chip.
alvin, anche io ho iniziato nel 2005, ma ad ottobre, qualche mese dopo. bel post! un giorno scrivero' anche io del mio inizio...
bella li Alvin..!! le cose piu' belle nascono dal nulla e con la nostra volonta' arrivano alle stelle :-) ciao
Eh si parole sante Pimpe!
Questione di volontà e poi forse è più bella la preparazione magari in compagnia che la gara stessa
Ciao da michele un new blogger
storie di "miti"
cominciare con una maratona
non e' facile!
aoh! io ho ancora un rudere polar s210 dal 2003! e' un carroarmato!!!
pur essendo sfruttato al massimo
e kke cevoi fa'... so' "ANTICO"
AH AH AH !!!!!
Che emozione Alvin! Io la mia prima maratona la faro il 30 novembre prossimo a Firenze... e in tante cose mi sembra di rivivere il tuo racconto.
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