Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.(CIT) Eleanoor Roosvelt...

...E i miei sono fottutamente belli (CIT) Paolo Scotti

martedì 28 marzo 2017

Ultrabericus 2017, e niente, mi sono preso tardi...


Indovinate quale sono io? Ve lo dice il pirla di sotto! Foto By Nadia Pietrobelli

La Grande Bellezza 2

Scusate ma sono stato impegnato un attimo a Cinecibbericus... 

Ci sono corse da fare una volta nella vita poi, c’è l’ Ultrabericus, della quale, ho la fidelity card.

Settima edizione e quarta punzonatura per me, l’ha detto anche il “delirante Rigodanza”, puoi far finta di nulla per mesi, ma la terza settimana di Marzo ci si ritrova tutti qua, nel salotto bene di Vicenza, Piazza dei Signori, per la consueta scampagnata di 66km e 2500d+  tra i colli Berici.

1440 iscritti nel tracciato della lunga (twin compresi) ed altri 400 nel percorso Urban, fatto apposta per far sbavare 400 persone al di là delle transenne durante la nostra partenza, per ritrovarsene poi altri 200 in più sulla lunga il prossimo anno, fidatevi, funziona così.

E così, mentre Canistri confonde Beethoven  con Carmina Burana, il lungo serpentone si allunga su corso Palladio, si distende su Campo Marzo e si impenna deciso verso Monte Berico.

Sono partito calmo, calmissimo, quando “Soea pontara de santa libera”  passo  Pad e Tano, mi dicono “Cosa fetto ancora qua?” gli rispondo con la saggezza di Capitan Andrea Rigo “Parti tranquillo, fai sempre tempo a spararti gli ultimi 10km a 3:30” e così mentre con Mary e Michele facciamo una ripetuta di 300m a 3:01-3:02 sulle pietruzze a fianco dei portici, trovo “Andy chiacchiera Martini” che giuro, sta chiacchierando con un Vigile Urbano, gli urlo “Basta, Andre, basta, te ghe rotto i cojoni, tasi un fià” e giù a ridere.

Lunga discesa verso Villa Bedin, tanti amici da sorpassare e via di corsa fino alla salita di Torri di Arcugnano che precede il primo ristoro, dove senza fermarmi, sorpasso quelle 60 persone in un sol colpo. Verso  Perarolo  mi raggiunge Adriano, mi fa.” Siamo in andatura 8 ore”? gli rispondo “Adriano, l’ultrabericus l’ho cannata già 3 volte, ma fidati, se la canno anche oggi, mi taglio i mar…. siamo sulle 8 in scioltezza, fidati”. 

Lunghi su e giù, “caigo leggero”(foschia maledetta) panorami 0, si può correre e basta, discesone verso il ristoro di Pederiva, un occhiata al cronometro, 5 minuti di vantaggio rispetto a 2 anni fa, riempio le borracce  e via, ricordo una salita bastardissima, c’è anche quest’anno, calma e sangue freddo, se non temi la Maistrack, non puoi temere i Colli Berici.

 Prossima fermata ?“San Donato”, con Adriano si continua il tira e molla, GoPro a tavoletta, passo Ennio, sbaglio strada con Adriano e il Gps segna oramai 35km, siamo a San Donato, 10 minuti di vantaggio su 2 anni fa, saluto Remo, Emanuele ed Emme, mi aggiorna sul bollettino Cobras,” Rigo ha cambiato in 2:50 alla Fra e Francesca (#laprettoaimondiali”) è passata mezzora fa”, mi cadono gli occhi dalla sorpresa, gli dico “Sono Animali” e riparto, -30 è fatta.

Scherzo, cazzo!

“Benvenuti all’Ultrabericus” su sta minchia di salita, ci starebbe di brutto un cartello simile, le salite peggiori sono tutte alle spalle, d’ora in avanti serve solo la famosa “Resilienza”  ho altre 4 fettine di “Macafame” nelle tasche ma fettine di resilienza, anche no. Sulla discesa prima del penultimo ristoro mi chiama mia moglie: “Scusa ma fra quanto arrivi?” il mio cervello lo interpreta come un “qual è la radice quadrata di 23 per 17 alla seconda diviso 0,28?” rispondo un “Ti ho detto otto ore, fai conto che siam partiti alle 10, scusa ma non sono in grado di parlare al telefono e fare 10+8 mentre corro tra le pietruzze in discesa “ “ma come le 18? Mi hai sempre detto che saresti arrivato per le 15:59?” “No amore, quella era la Tdh che ho corso a fine luglio e bla bla bla…” la tizia che corre davanti a me, si piscia addosso dal ridere, andiamo oltre.

Raggiungo Christian, oggi ha grippato, verranno tempi migliori. A 200 m dal ristoro, spezzo il cuore prima a Mina, rifiutando il suo brodino caldo e poi a Rigodanza (si, si, quel Rigodanza) quello che è giunto a San Donato in 2 ore e 50, ed ora, dopo aver raccolto trai boschi un Simone Weger  oggi in giornata no, ha deciso saggiamente di finire ugualmente tutta l’ultrabericus, cercando di bere almeno un litro di birra e mangiando due etti di speck ad ogni ristoro. “Oh, finalmente, oggi, la corro con te e taglio il traguardo con te” mi fa lui, “Correre la corri tu, e poi no, lo sai che all’arrivo tengo famiglia e voglio tener nascosto  a moglie e figli la nostra relazione no?” …e Francesco se ne va.

Non so come ma verso Villa Balzana, sorpasso Emanuele e raggiungo Massimo e Graziano, facciamo qualche km in compagnia fino all’attacco della discesa  verso il lago, “mi fermo un attimo ad allacciarmi le scarpe” esclamo: Niiiiiiiioooooonnn, i miei compagni sono spariti nel nulla! Odio questa fottuta discesa, la corro piano, pianissimo, finalmente arrivo giù, da qui alla fine è semplice semplice, mi dice uno sorpassandomi su una moto da trial (ma come che caz???).

Breve su e giù, passo un “Bisa” in stato comatoso,  piattone tra i campi, cervello spento, viso di cemento e via. Ultimo ristoro, arrivo in compagnia, siamo io e tutta la mia stanchezza, calcolo al millilitro di quanta acqua ho bisogno da qui alla fine e riparto subito, chiamo mia moglie, schematico “#FraUnOraETwentySoInPiassa!!!

Sulla seguente salita, sono talmente perso in conti matematici da non accorgermi di aver sorpassato la mia compagna Cobras Silvia, e fidatevi, per sorpassarla e non notarla, una come Silvia, bisogna metterci impegno! Mi scuso con la Signorina e procedo, poco più avanti raggiungo Manuela, gli chiedo, e Stefano? Dov’è Stefano (suo marito)? “È la avanti” IO: “ma come, non ti accompagna? Lei:“Fame na carità, sito matto, el me fa vegner el nervoso, assa chel vaga” E così, tempo un km e raggiungo pure il marito in fuga, Stefanoooooooooooo, eccolo qua, da qui alla fine, sarà il mio “involuntary personal pacer”, raggiungiamo altri runner, si chiacchiera allegramente del più e del meno, ultima collina, Monte Berico è di nuovo in vista, (60km dopo) campi piattissimi, mi viene in mente la mia idea iniziale di partire piano per correrli a 3:30,  a volte mi stupisco di quello che la mia testa riesce a partorire in certi momenti.

 “Parco della valletta del silenzio” ribattezzato “Bio Parco (o era un porco?) della Perdizione” è l’ultimo “ostacolo mentale” prima dell’ultima morbida salita verso Monte Berico, ma, ma ,ma chi mi ha riacciuffato? Niente popo di meno che il mitico Adriano che zumpete zumpete mi affianca e mi fa “Sotto le 8 in scioltezza, salitella, scalette a bomba e arrivo in compagnia” “Mi è appena bloccato il collo, non mi sterza più a destra”, gli dico, “vai, vai Adri, avanzami una birra”.  Mi ripassa anche un Bisa rigenerato nel corpo e nello spirito, mi aspetto che mi becchi anche Tommaso oramai, a “ Villa ai Nani” incontro “Claudio Ultrabericus Team Cunegatti”, mi fa, “oh buongiorno eh” lo saluto monosillabo, mi fa “Ci stai nel tempo?” rispondo con un “pollice verso” e via.

Balconata di Via D’Azeglio 17:37, GoPro sulla destra, città e tramonto sulla sinistra, chiacchierata con Stefano, scalette in discesa e inspiegabilmente corro ancora, 300m all’arrivo, mi appare mio cugino Corrado, con cane e bimbi al seguito, son qui da non so quanto ad aspettarmi, cammino, mi grida “Finalmente, bravo, bravo Alvin” e con tutta la sua sensibilità aggiunge un “Coriiii se no te moeo drio el can” nel dubbio corro, lo ringrazio per la carica, Ponte San Michele, discesina, incrocio, cammino “eh, calma, calma, ormai ghe semo, e se magari attraverso ignorante e mi investono?” 

Urla di gente,  50 metri all’ ultima curva, trovo moglie e figlio, si, solo Ruben perché Anita memore della Tdh in cui è arrivata ultima nella nostra consueta sfida a 3 in finish line ha pensato bene di partire non appena mi ha visto scendere dalle Scalette di Monte Berico, “Andiamo Ruben”, sembra la curva di San Martino al Palio di Siena, cavallo scosso Anita è a metà rettilineo, Ruben mi da una sportellata ed esce dalla curva con una traiettoria da space shuttle a 3e10, deve avere le scarpe chiodate, va che falcata, va che falcata, io ho la scusa della GoPro  per andar piano e fare il video meno mosso possibile, la verità invece è che quando arrivo in finish line e vedo i miei bimbi corrermi davanti mi si riempie il cuore, gli occhi e non vedo più un cazzo, potrei inciampare pure su me stesso, ma per fortuna il gonfiabile laggiù infondo è di un bel rosso vivo  e il portale per la Gloria, lo becco al volo.

 Ci vorrà il Fotofinish per decretare il vincitore della sfida a tre ma pare che Ruben con un colpo di reni all’ultimo metro abbia anticipato di un nononulla la sorella, che sensibile come la madre, 3 metri dopo il traguardo mi guarda e con gli occhi da cerbiatto mi fa: “Buah, papà, che puzza!” amore del papà.

 7:46, avrei firmato per un 7:59, avevo sparato un “7:45 in caso di giornatone” una settimana prima… Ultrabericus 3, Alvin 1.

#LaPrettoAiMondiali mi ha stampato un 6:37… prima, strameritatamente prima.
Rigo e l’altra Fra (ncesca Costa) hanno stravinto la Twin, 2/3 di podio è tutto Cobras.

Ed in fine “la Lara”, la mia amica spettacolosa impegnata nella twin,  le avevo giurato che avrei fatto di tutto per raggiungerla ma 20 minuti, erano davvero tanta roba da grattar via in 30 km… la scia di Narciso Rodriguez, è ancora la, che fluttua tra i colli!!!


Un mese a Schio Ultra Jungle, e la si, i panorami vi stupiranno!!!

God Save "i Summano Cobras"!!!





2 commenti:

Ezio ha detto...

Sei sempre il meglio.... :-)

Diego Caldieraro ha detto...

Grande Alvin, me pare de aver fato l'ultrabericus a 7,46 anca mi :-)))


MEMENTO AUDERE SEMPER... RICORDA DI OSARE SEMPRE

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