"Fra, Architetto Portapettorale"
Summano Cobras in Start line.
"Lalara"
E comunque sono arrivato TERZO, dopo i primi 50, ma terzo, quindi, muti, tutti!
Un’altra tacca, un’altra Ultra, un’altra ramenata fotonica.
Al trentottesimo Kilometro volevo buttarmi sotto una macchina da quanto stavo
bene di testa e di gambe ma c’erano solo sentieri e Fabio Lipstik sarebbe arrivato
prima di me al traguardo, quindi, ho desistito. #QuestioneDiLame.
Fabio Lipstik il palestrato accoltellato da Matteo Nocciolata S.
Comunque sia, alle 6:30, la parte peggiore della giornata,
ossia mangiare 180g di pasta integrale con olio e parmigiano, era già alle
spalle, no dico, ma avete mai annusato l’odore del mix: “PASTA INTEGRALE-OLIO D’OLIVA-FORMAGGIO
GRANA”? Forse solo Matteo Nocciolata S. ne conosce gli aromi, lui che in corsa
tiene nello stesso sacchettino, frutta secca e Parmigiano Reggiano, roba che spacca, fidatevi.
Se state ancora leggendo, significa che:
A: Non avete nulla di
meglio da fare, che triste esistenza ragazzi, ma perché non guardate pomeriggio
5?
B: Siete seduti sul Water (Tutti dicono di no, ma siate
sinceri almeno una volta, per bacco, e quando li trovereste sennò 6 minuti di pace per leggere ste boiate?).
C: Il vostro è amore (questo era per mia moglie).
D: Avete lo stomaco forte e molta “resilienza” che in queste
settimane come parola va di modissima, c’era gente che sudava resilienza
domenica, d’altra parte la resilienza è forse la miglior qualità di noi pazzi
che zaino in spalla e scarpette da trail, andiamo ad ammazzarci di km su e giù
per i monti, giurando nel mentre che: “No vaffanculo, questa è l’ultima” per
poi iscriverci puntualmente mezz’ora dopo l’arrivo ad una ancora più lunga e
ancora più dura, segnatevi “30 aprile, SCHIO ULTRA JUNGLE”.
Eppure stavolta, pareva mi fossi allenato anche discretamente, ero pure partito giudizioso,
senza andare in affanno, senza rincorrere Paolo Emme, senza mettere il cellulare in “silenzioso” e senza avere la certezza di
avere impostato correttamente la
deviazione di chiamata per la reperibilità, l’ANSIA!
Tutto va per il meglio fino alla graziosa chiesetta di "San Valentino",
sono concentratissimo, ritmo facile, “op op op” e poi mi appare lei,
bellissima, la giornalista di "TVA Vicenza" intenta a produrre un servizio sulla
corsa, noto subito delle grandi potenzialità in lei ma non chiedetemi di che
colore abbia avuto il piumino, non sono arrivato così in alto nell’osservazione,
qualcosa mi ha fatto soffermare nella risalita…
Intndevo il laccio pericolosamente allentato cmq.
Il classico colpo di fulmine, mi sconcentro, perdo il passo
giudizievole e penso ad altro, mi ridesto nei pressi del 13°km quando.: “eih
ma, eih ma”, quello è il Lek, sulla prima discesa utile, raggiungo il pornodivo dei Summano Cobras, e inizia il
“darsea e torsea” con lui che mi brucia in salita ed io che lo recupero in
discesa.
Chiacchieriamo del più e del meno nei pochi momenti di corsa
in comune, lo vedo contratto: “Stavo ancora digerendo la pizza Cipolla, Verde, Funghi e Salsiccia di ieri
sera” mi dirà a fine corsa dopo avermi dato 30 minuti in 20 km. Me lo segno, per la vigilia dell’Ultrabericus, tanto per
arrivare a stomaco vuoto all’ultimo ristoro.
Cmq sia, il Lek è un signore e mi lascia cuocere nel mio
brodino km dopo km, poi arriva la discesa verso Priabona, lui è piantato a 6 al
km fisso, che sia il 24% di discesa o il 53% di salita, LUI, oggi, CORRE, sempre e SOLO a 6 al km!
21esimo km, "Goodstone" (Priabona) ristoro, passando sotto la curva della
tifoseria “Durona” capitanata da quel veterinario di Marco M. tra i vari incitamenti che intuisco, uno
svetta su tutti è un caloroso:“Merdaaaaaa” prendo nota… mentre Federica M. mi mette
in guardia con un “Oh guarda che Tommy è già passato da 5 minuti… pff
tranquilla, tanto non mi può finire la birra dopo l’arrivo.
Riparto, Lek in discesa è temibile come un vecchio col
cappello che guida un camper, freno motore tarato ai 6/km, inamovibile.
Breve salita, si scollina e si arriva a Campipiani di sotto,
anche se siamo chiaramente di sopra, il sentiero sbocca su una carrareccia con un
cartello che indica “Campipiani di sopra” mi si confondono le idee, falsopiano, adesso ancora di più, si corre, dopo 200m mi sorpassa
una mercedes bianca, il tipo ferma la macchina e spalanca la porta
chiudendomi la strada, mi fermo, il signore (sicuramente un emissario di Fabio
Lipstik) in lingua madre mi fa “A te ghe
sbaja, te ghe da nare a campipiani de sora, so pena sta vedare i to soci, torna
indrio!” io, un po’ sul rincoglionito ma
vigile, gli rispondo con un:“No guardi,c’erano le balise che indicavano di qua”
e lui “Chi?” io: “I nastri biancorossi” lui senza capire: “A te ghe sbajà, te
ghe da nar su par de à” Dio vuole che nel mentre sopraggiunge una coppia del
luogo a passeggio che si aggiunge all' allegro
teatrino e riconoscendolo gli fa “No no Franco, xe giusto, i li fa tirar dritti
nea curva qua de sora zo pal sentiero e i
fa ndar zo ai campipiani de sora” io non capisco più un cavolo (ma vrei voluto dire CAZZO), campi piani di
sotto, andare in su per scendere in giù, ma, ma ,ma, ma:“Be tusi basta che ve
mettì d’accordo!” esclamo.
La coppia: “Ma si
Franco, asseo nare, xe giusto de qua” fatto sta che Franco scusandosi all’infinito,
risale in macchina e mi lascia andare, non prima di affiancarmi di nuovo,
aprire il finestrino riscusandosi all’infinito e rispiegandomi per la terza
volta che “No, parchè mi, so pena sta a campi piani de sora a vedare i to soci
eeee….
24esimo km “campi sopra di piani” o come cavolo si chiama è
alle spalle, parte la salita che porta ai 202 scalini che sale a Monte Nudo,
sento nominare qualche santo da dietro, con calma arrivo su.
"La Grande Bellezza" foto di Lorenza Visentin
Al 26esimo km non sto affatto male ma soffro probabilmente di allucinazioni,
sulla sinistra c’è il “baldacchio” il “camietto” coi panini onti (farciti), che ci mangiavamo con una fame indicibile (chimica?) xmila anni fa quando si usciva dalla discoteca la mattina…
L’anno scorso a questo punto ero già bello che andato, mi
raggiunge subito Lek il metronomo, mi
dice “Guarda il ragazzo laggiùùùù è Tommy vestito di bluuuuu”, raggiungo anche Kela assalito dai crampi,
corricchio e raggiungo "Tommaso Guenot Bassa", partito un po’ troppo in pompa
oggi… “So ragazzi si faranno e allora ci stracceranno”.
Intorno al 27esimo km, subito dopo la croce abbattuta della
Trinca (me l’ha detto Matteo P.) ci raggiunge
e sorpassa il veterinario capoultras alla rincorsa di Sharon, sua
moglie, confonde i sorpassati infilandosi i pantaloni tra le chiappe chiedendo
permesso con voce acuta, fingendo di
correre in perizoma, una brutta immagine, alla sola vista Tommaso viene colto dai crampi, una signora che passeggia contromano prova ad infilargli anche 5 euro
nelle vesti ma l’individuo si divincola abilmente, ah questiGGiovani!
Cos’è o cosa non è, sedotto e abbandonato dal Masiero di
turno, perdo Tommy, il sentiero prima
scende e poi risale in un su e giù serpeggiando su di una bella cresta alberata (mannaggia alla foschia) passando
accanto alla croce di Stomita prima, fino alla croce di Massignan poi…. quella dove
c’erano Daniele R. e Matteo P. dai?! Quelli che incitavano tutti daiiii?!
Quelli che facevano foto a tutti quelli che passavano di corsa:
Quelli forti
Lek
Tutte foto di Matteo Pretto
Scusate era un CocaHavana, non potevo rifiutare,vero Matteo?
Grazie del pensiero.
“Tranquillo, adesso cambia e si inizia a scendere”mi grida
Matteo P. , lo stesso Matteo P che 48 ore dopo la corsa, via messenger mi vuole
convincere che dopo di quella non
abbiamo incontrato nessun altra croce fino alla fine, mah, io sono ancora
convinto mi voglia nascondere qualcosa ma fingo di crederci ;) !!!
Poco più avanti inizio a pensare a cosa abbiano pensato Remo
e Giulio per farci evitare quel tratto di asfalto di cui molti si lamentarono
nella scorsa edizione; tranquilli, al 37esimo km e mezzo arriva la risposta: 1,5km e 150 d+
di salita su una stradina sterrata, corribilissima per chi è nel pieno delle
proprie facoltà mentali, ma io non lo ero, punto.
La svogliatezza mi assale, mi passano almeno in 7-8, gigante, colui che mi
dice il classico “Tu sei Alvin vero?” e se ne va sghignazzando, o Stefano F. che
mi passa a velocità tripla, e che dire di Massimo P. che mi sorpassa esclamando
“Sto sorpassando la special guest” e giù a ridere, mi tolgo lo zaino per
controllare di non aver un foglio con inciso l’hashtag #CoglionatemiPure.
Il mio
potere di reazione è pari a zero, so piantà, la resilienza? E che diavolo è sta
roba? smetto, basta Ultrabericus, fanculo il DXT, par carità la TDH e il
Bianco? E il Bianco? Cazzo l’ UTMB, quello devo farlo, poi smetto davvero.
44 esimo km, annuso la profumata scia della quarta donna
della lunga e di una ragazza della staffetta che tirano dritte ad un tornante, gli grido un “Nooooo
ragazzeeeee di quaaaa”, mi ringraziano, passo,
fanno retromarcia e ripartono, corro per
un po’ davanti a loro per 500m in discesa orfano del loro profumo, mi fermo
sulla destra guardandomi attorno, “Hai perso qualcosa mi chiede la quarta donna”
io: “Si la voglia di correre”.
Ampi sospiri, riparto, Monte di Malo, ultimo ristoro, 6 km
alla fine, non mangio nulla, svuoto le borracce, bevo a canna 2 bicchieroni di
coca cola “Voglio ruttare fino all’arrivo” mi sento in dovere di comunicarlo ai volontari del tavolo che mi francobollano come i camion che trasportano miscele esplosive.
Per due km
sarà così veramente, gli zuccheri della cola vanno in circolo veloci, corro,
rutto e sono felice, sono un uomo rinato, ah la droga, mi raggiunge un Kela rigenerato
nel corpo e nello spirito, mi dice, dai forza, 3km e arriviamo insieme come all’Ultrabericus
Winter, gli rispondo, "Guarda, grazie del pensiero ma non so nemmeno se arrivo correndo
fino alla prossima curva”, Kela va nel futuro, un km dopo trovo Cello, (“Colui
che sverna in cornetto” il suo nome Sioux) che mi tira per un po’.
Video By Marcello
Mi passa anche la quinta donna, me ne fotto, spianerei con
la dinamite anche il “Montecio” pur di evitare quei 6m D+ che mancano all’arrivo,
per non parlare dell’ultimo zig zag tra le vie sul bitume, avrei deturpato Malo
con una sopraelevata dritta dritta per
entrare nel parco, ma, ma, ma, a 200m dal gonfiabile raggiungo la staffettista
di prima, profuma ancora, glielo devo chiedere:“Ma come minchia fate a profumare ancora anche dopo 30 km?” ultimi metri, gonfiabile, Cadel, La Betta, L’Arianna, Giulio, Matteo P,
Arriva Tommy, applausi, vado in doccia, crampazzo al polpaccio, Kela mi presta
le ciabatte, l’acqua è ancora calda, libidine, Terzo Tempo Summano Cobras,
amici, birra,amici e ancora birra e ancora amici, tutto il resto? Non esiste!
Bravi Giulio, Remo, Mattia e Tino, per non parlare di tutto
il Gruppo Sportivo Aim, applausi per tutti, Rigo terzo assoluto sul podio è
la ciliegina Cobras sulla torta, ma Christian Modena con la maglia Finisher
dello “Schio Ultra Jungle”, non ha prezzo, grazie Campione!
7 commenti:
Racconto fantastico..Per me è come avervi visto passare..Tanta invidia per non poter essere stato lì insieme nella mischia.. Complimenti ancora..E viva il trail
😂😂😂 😭😭 😂😂😂
😂😂😂 😭😭 😂😂😂
Un poeta ��
Ahhahaha sei il mio trailer preferito lo sai....
Comunque dopo l utmb
....non smetterai
Lunga vuta ai rutti
��������
Uno scrittore mancato...bella rece.
È sempre molto bello leggerti.
Complimenti x la corsa e per il racconto molto bello divertente e scritto con passione
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