A 13 minuti dal via mi ejetto fuori dalla macchina, ci sono
5° e provo a stare al caldo il più possibile, in start line faccio appena in
tempo a salutare Monica, Achille (4° nella Marathon) e Lek (6° nella lunga)
pochi minuti al via e come nella scorsa edizione viene suonato “il silenzio”,
il luogo e la Storia lo richiedono, ultime note, lungo applauso, musica che
parte a cannone, conto alla rovescia e si parte, sotto un cielo impallinato di
mirtilli bianchi (le stelle) cannoneggiato per l’occasione da una pirotecnica
manciata di fuochi d’artificio, si parte!
Viste le previsioni meteo e il mio scialbo allenamento post
Trans d’Havet, propendo per una saggia andatura “Take it easy” “Alto Godimento”
“Cazzo mannaggia” quindi, GoPro in pugno e via, un km e si lascia l’asfalto, il
cielo rischiara da Est, il nero e gli sfavillanti mirtilli hanno i minuti
contati, cielo terso, aria frizzante, visibilità pressoché infinita, sta per
accendersi uno di quei giorni in cui capisci che lasciare l’asfalto per i
panorami che ti riempiranno gli occhi tra qualche km è stata una delle scelte
più sagge della tua vita.
4km e in compagnia di Andrea C. (col quale condivisi gli ultimi
km della LUT) arriviamo a Forte Interrotto, i primi 400d+ sono messi in
granaio, luce da cinema e le brulicanti luci di Asiago ai nostri piedi,
bellissimo, ci rituffiamo tra i boschi dove in discesa raggiungiamo a fondovalle
il ristoro di “Basa Senocio” 10°km, Irene (prima nella Marathon) che avevo
baldanzosamente sorpassato nella discesa nel bosco, riparte subito pimpante
nella strada bianca che ci conduce al sentiero che in breve ci porterà in alto
dove i pini lasciano il posto ai mughi e ai lunghi panorami di oggi, da Monte
Meatta il sentiero pressoché rettilineo sovrasta la verdissima Val di Portule,
perdo il contatto visivo con Irene che pesta decisa, qualche km e siamo al
secondo ristoro di Bocchetta Portule, 1700D+ e 20km andati, mangio, bevo,
riempio le borracce e parto filmando qua e là… vi risparmio il video in cui nel
bel mezzo di una panoramica esclamo “Porca troia ho lasciato i bastoncini al
ristoro” anzi no, eccolo qua:
500m in discesa e li
recupero, da qui in avanti è goduria per gli occhi, si percorrono 3 km in
cresta tra i rimasugli della prima neve di stagione caduta nella notte da una
parte e il vertiginoso versante Ovest della dorsale del Portule dall’altra. In breve
siamo ai 2307m della Cima, panorama fenomenale, questo:
guardando ad ovest si
riconoscono “Lo Spitz di Vezzena” “ Cima Mandriolo” e “Cima Larici” più in
basso i laghi di Levico e Caldonazzo a
una quindicina di km , accendo “Peak Scanner” sullo smartphone et voilà: mi
evidenzia il gruppo dell’Adamello (a
70km in linea d’aria) , il gruppo del Brenta (più vicino) le Cime della Val
Senales (a 90km), mentre subito a Nord a 23km di distanza par quasi di poter
metterci una mano sopra ai 2847m di Cima D’Asta, quindi, la Marmolada a 60km, le Pale di San Martino a 45km, e via verso Est
verso il sole, guardo in giù e con un occhiata par di abbracciare tutta la
Valsugana, discesa, faccio un volo carpiato raccolto in avvitamento oblungo
laterale, il tipo dietro di me preoccupatissimo si ferma in mio soccorso, gli
dico “tranquillo, lo faccio sempre, l’ho fatto per testare il tuo senso civico\spirito
trail…. ero prontissimo a chiedere la tua squalifica in caso fossi passato
disinteressato senza soccorrermi…” bocchetta
Kempel, lungo traverso corribile alle pendici di Monte Trentin e inizia
la salita verticale di Cima XII, la cima più alta di tutta la Provincia
Vicentina, da lassù il panorama a 360° è da pelle d’oca, oltre le montagne, e
la pianura, un riflesso aranciato coglie l’attenzione di tutti, è il sole che
si specchia sulla laguna Veneziana con le sue isole, et voilà:
Ancora più in là, le coste dell’Istria sono una spennellata
offuscata sopra la linea dell’orizzonte …. Cazzo, se la terra non fosse tonda,
un altro po’ e potrei vedermi dietro alle orecchie!!!
Cima XII and now, discesa wild, si, perchè se uno affronta
Cima twelve preoccupato per la salita, quando vede la sua discesa firma il
nulla osta per la donazione degli organi, mughi, rocce, buchi, bisogna avere
mille occhi, oggi, figuriamoci 100 anni fa con chi ti mitragliava dall’altra
parte della valle… arriviamo al ristoro (30°km) al quale l’anno scorso arrivai
con due tronchi al posto delle gambe, sto molto bene, non sono nemmeno stanco, mi
rifocillo per bene per intraprendere la parte del percorso che fu teatro delle
peggiori battaglie dell’altopiano, la zona compresa tra Monte Campigoletti, il Vallone
dell’ Agnela e lo stesso Monte Ortigara… 2105m oggi 2113 m nel 1914, prima
della guerra dice Wikipedia, demolito da tonnellate di bombe e altare
sacrificale di migliaia di vite umane italiane e austroungariche.
Da lì, ammaliato dal contesto, dopo aver suonato la
campanella e aver raggiunto la colonna mozza, mi lancio in discesa sul percorso
dello scorso anno, straconvinto di vedere uno che corre tra i molti
escursionisti che risalgono l’erta in senso contrario… solo 500m e 100m D-
dopo, mi accorgerò di aver sbagliato strada…. provo un traverso per capire dove
in realtà scendesse il sentiero ma non scorgo nessuno, così ritorno in su, di
nuovo alla campanella, seguo le balise fino al monumento austroungarico e giù
per la ferrata e le trincee che ridiscendono verso il vallone dell’Agnellizza
ai piedi del Monte Campanaro… poco più in la ci aspetta la salita a Cima
Caldiera, luogo di ammassamento delle truppe prima dell’assalto all’Ortigara…
l’ultimo riparo prima dell’inferno.
38°km, al ristoro di Piazzale Lozze, chiedo una birra, nada,mangio,
bevo e faccio il pieno, si scende tra i boschi in rapidi su e giù in cui “ad
averne” si potrebbe davvero guadagnare minuti, ma non è giornata per correre
impegnati, corricchio e me la prendo comoda, tentando un colloquio a distanza a
base di belati con un gregge di pecore, la strada per l’ultimo ristoro pare
infinita, mi sparo gli ultimi buonissimi “shottini” powerbar alla cola, 51°km, finalmente
il ristoro, da circa 20km praticamente corro da solo, nessuno mi ha più sorpassato,
pace assoluta, 10 km alla fine,canno per l’ennesima volta un bivio mentre la
quinta donna che mi segue mi grida un “No, fermo è di quaaaaaa” “Grazie cara”,
museo all’aperto di Monte Zebio, si corre dentro alle trincee dalle quali mi affaccio
per ammirare gli ultimi sprazzi di panorama prima di immergerci definitivamente
nel bosco che ci accompagnerà fino ai pascoli a 3 km da Asiago.
Discesa fino al bitume, ultimo km, si ripercorre a ritroso
il primo km del mattino, si arriva in centro, famiglie e fighetti a passeggio
ovunque,curva a destra, sinistra, ancora a destra, striscioni powerbar e sono
all’arrivo, 61km, 3000D+ 9 ore e 50 minuti dopo la partenza, oggi volevo
godermela, missione compiuta, calcolo di aver perso più di mezzora tra errori
di percorso (miei) dimenticanze di bastoncini, e ammirazione del paesaggio, non
cambierei nulla, mi complimento con Achille e Lek per i loro temponi, grande
giornata, spettacolo puro.
Complimenti all’organizzazione, balisaggio impeccabile a
parte i sabotaggi sugli ultimi 5km della corta, ristori ben forniti (birra a
parte)e percorso fantastico, sono luoghi in cui bisognerebbe accompagnare i
nostri figli e i nostri politici, per fargli capire il significato della parola
sacrificio… “Per Non Dimenticare” sta scritto sulla colonna mozza dell’Ortigara,
dopo aver visitato questi luoghi, NON DIMENTICARE è il minimo che si possa
fare.
6 commenti:
Grandioso come sempre, alvin oltre ad essere un campion de sport te si un vero poeta
Oltre alla preparazione fisica, anche quella storica ti vede protagonista... Dici bene: per non dimenticare!
Sapere che anche le aquile come te si sbagliano percorso, mi fa sentire più umano 😊
Grande UOMO e grazie dello sharing di emozioni
Che finezza, addirittura mi fai la tecnica mista Blog-Vlog. Cazzo, anche come blogger sei irraggiungibile. Bellissimo: ed io qui a correre su strada, zio checo (e checo è il diminutivo di... lasciamo perdere)
Grande Alvin, racconto stupendo ed emozionante...la gara è stata bellissima, nonostante il freddo del mattino il meteo ci ha regalato dei panorami unici...alla prossima..ciao filippo
Grazie a tutti ragazzi.. non capisco perchè youtube mi sgrano così le immagini fatte in HD... indagherò!!!
bellissimo alvin!!!!
ma non sarebbe ora de cambiare el nome al blog?????
tipo
Alvin e il D+ :)
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